Quando pensi troppo e ti sembra di capire, ma in realtà ti stai solo perdendo...
Quando pensi troppo e ti sembra di capire, ma in realtà ti stai solo perdendo
Per anni ho creduto che riflettere tanto fosse un segno di profondità.
Che più ci pensi, più capisci.
Solo che, a un certo punto, ho iniziato a notare una cosa:
non stavo capendo di più stavo solo ripetendo un atteggiamento uguale.
Il confine tra pensiero e rimuginio
Il pensiero vero è come una finestra aperta: porta aria nuova, prospettive, possibilità.
Il rimuginio, invece, è come stare davanti a un vetro appannato — lo pulisci mille volte, ma dietro c’è sempre la stessa vista.
E non è solo una metafora.
I neuroscienziati Buckner e Carroll hanno scoperto che quando rimuginiamo, il cervello entra in modalità automatica, attivando la cosiddetta Default Mode Network.
Crediamo di riflettere in profondità, ma in realtà stiamo percorrendo strade mentali già battute.
Non stiamo scoprendo nulla di nuovo.
Stiamo solo girando nello stesso circuito.
Il costo invisibile del pensare troppo
Questo “loop” mentale non è innocuo.
Le ricerche mostrano che il rimuginio aumenta ansia e depressione fino al 40%.
Il motivo è semplice: ogni volta che riviviamo un problema nella testa, il cervello lo interpreta come una minaccia reale.
Non distingue tra ciò che immagini e ciò che accade.
Così ti ritrovi in uno stato di allerta continua, anche quando fuori tutto è tranquillo.
È paradossale: pensi per stare meglio, ma più pensi, più ti senti male.
L’illusione del pensiero profondo
Lo psicologo Daniel Kahneman ha descritto due sistemi mentali:
uno veloce e impulsivo, e uno lento e razionale.
Il rimuginio si traveste da secondo, ma in realtà è il primo con la maschera del filosofo.
Non è chiarezza:
è paura con un linguaggio più elegante.
E quando la mente prende tutto lo spazio, il corpo sparisce.
Come dice Antonio Damasio, “Il corpo sa prima della mente.”
Ci sono risposte che non arrivano dai pensieri, ma dalle sensazioni:
un nodo allo stomaco,
un peso nel petto,
una tensione nelle spalle.
Sono segnali di qualcosa che già sappiamo, ma che non vogliamo ascoltare.
Il problema è che il rimuginio fa rumore.
E nel rumore, non si sente niente.
Come uscirne (davvero)
Non serve “smettere di pensare”.
Serve imparare a pensare in modo diverso.
Fai un passo di lato
Quando ti accorgi che sei dentro al solito film mentale, prova a dire:
“Questo mio pensiero mi porta a credere che…”
È una formula semplice ma potente:
ti ricorda che tu non sei quel pensiero, sei colui che lo osserva.
Ascolta il tono dei tuoi pensieri
Con la Mindfulness, non chiederti tanto cosa stai pensando, ma come.
È un pensiero che apre o chiude?
Ti fa sentire più libero o intrappolato?
La qualità dei pensieri parla più del loro contenuto.
Ascoltali.
Torna al corpo
Quando la testa corre, torna a sentire il corpo:
i piedi sul pavimento
il respiro che entra ed esce
il peso della sedia che ti sostiene
Il corpo è la tua ancora nel presente:
non mente, non rimugina, non scappa.
Sente.
In fondo, non devi capire tutto
A volte pensiamo che la pace arrivi con una risposta.
Ma spesso arriva con una pausa.
Il rimuginio è la mente che cerca di controllare ciò che non può.
Il pensiero vero, invece, nasce quando smetti di forzarlo e inizi ad ascoltare.
Forse non serve pensare di più.
Forse serve solo pensare più piano.
Buon cammino verso di te.
Serena