luglio 29, 2024 10

Relazione Tossica e dipendenza affettiva: come guarire

(Di Serena Fumaria, con la supervisione della Dott.ssa Mariasole Castellazzi, Medico Psichiatra)

Vivere in un rapporto tossico, non solo crea difficoltà fisiche, psicologiche, emotive, ma comporta un continuo stato di stress dovuto dalla sofferenza continua in cui si vive.

Questo tipo di dolore si insinua come un'intricata ragnatela, tessuta dai fili dell'abuso. Non è solamente una cicatrice dell'anima, ma un labirinto di dolore e disconnessione che si presenta nelle vite di coloro che hanno subito tale forma sottile di maltrattamento.

Questo tipo di “abuso emotivo” è spesso perpetrato da familiari, genitori, amici, colleghi o partner, e diventa un terreno fertile per l'insorgere di un dolore sordo, che avvolge la mente e il corpo in una rete insidiosa.

Questa forma di stress emotivo, che porta alla dicotomia, all’insonnia, alla confusione, alla dipendenza, tende a svilupparsi nelle vittime di abuso narcisistico e di manipolazione psicologica, a causa delle continue violenze emotive che vengono subite e perpetuate regolarmente, ciclicamente, come se fossero “normalità”.

Narcisismo patologico e abuso emotivo

Il narcisista patologicoricerca nelle persone quelle attenzioni che gli permettono di “esistere”, di essere al centro del loro mondo, senzaperò investire emotivamente.

Il timore più grande del soggetto con personalità narcisistica è dipendere dalle emozioni, questo crea in lui/lei il bisogno di mantenere un distacco emotivo, che riesce a tenere perpetuando schemi di svilimento, abuso, allontanamento e ritorno.

Questo schema permette alla persona di mantenere lucidità, tenere a distanza le emozioni, svilire l’altro e metterlo alla prova per denigrarlo negli sforzi e soprattutto, confermare a sé stesso che nessuno che si abbassa a tanto può essere alla sua altezza e quindi meritevole di reale amore o rispetto.

Questo gli permette di evitare di investire in un rapporto e di sforzarsi il meno possibile, ottenendo semplicemente ciò che necessita: dedizione, attenzioni, certezze, sottomissione, con un semplice “ritorno”, che dopo lo scarto e la diffamazione, viene programmato ad hoc, per tenere legate le persone “prescelte”, facendole vivere in un’altalena emotiva e in uno stato di allerta continuo.

La relazione con un partner narcisista

L’influenza del partner narcisista non si limita a intaccare la sfera emotiva, ma penetra profondamente nella risposta biochimica della persona soggetta a questo stress, mentre attraversa tutti gli up and down a cui viene sottoposta.

Gli studi scientifici, dichiarano che questo stato emotivo di dolore può causare un restringimento dell’ippocampo, che è il custode delle emozioni e dei ricordi ed è il responsabile della regolazione emotiva.

Ecco perché il dolore provato non è solamente una ferita dell'anima, ma un sordo nemico della serenità e della pace interiore che modifica la fisiologia stessa del sistema biologico di chi vive questo stress, che altera il modo in cui viene percepito e affrontato il mondo che ci circonda.

Tutto diventa più difficile da ricordare, da comprendere, più triste e stancante.

Avere una relazione affettivacon un partner narcisista implica l’innalzamento dei livelli di cortisolo, l'ormone dello stress, che vengono alternati a fasi di attenzioni e di rinforzi positivi che implicano picchi di ossitocina, uno dei principali ormoni del benessere.

Ecco perché essere coinvolti in una relazione con un partner narcisista è come navigare tra montagne russe emotive, ci sono momenti in cui il cortisolo raggiunge vette impensabili, gettando in un turbine di ansia e tensione, tormento, che sono intervallati da momenti di pura euforia, in cui l'ossitocina, l'ormone che fa sentire al settimo cielo raggiunge livelli vertiginosi, avvolgendo in un abbraccio caloroso di felicità e connessione.

Questi up and down portano in breve a un’abitudine emotiva tossica: la “vittima” di abuso narcisistico si programma sulla dipendenza verso questi processi di alternanza. Si abitua ad essi.

Nei momenti in cui si trova sopraffatta dallo svilimento, dalla svalutazione, dallo scarto, dal dolore, in preda al cortisolo in circolo, smania; così come in ogni altra dipendenza, la sua “dose d’amore”, la sua “dose di ossitocina torna a farla brillare.

La persona sofferente, abusata svilita, non si rende conto di questo. Al contrario, crea in sé la convinzione che tutto questo sia normale, in quanto abitudine programmata e riprogrammata.

Subentra quindi la routine di questi schemi, in cui il saliscendi, diventa normalità come lo svilimento, l’abbandono e il ritorno.

Il love bombing, che implica il momento “positivo della relazione”, seppur duri un breve periodo, soddisfa l’esigenza di ossitocina nella fase in cui chi manipola ammalia la sua preda con dichiarazioni d’amore, attenzioni, finta dedizione e future faking, in cui promette cose che non manterrà mai, come matrimoni, rapporti ufficiali, vacanze future, cambiamenti per amore.

Dipendenza affettiva

Perché, nonostante consapevole della situazione, quando il narcisista o il manipolatore si allontana, la persona maltrattata soffre così tanto?

Per la sua dipendenza dall’ologramma d’amore millantato sopra citato, in cui uno dei soggetti principali è proprio lei. Perché spera sempre nel cambiamento che porterà la fase d’amore perfetto, e la speranza a un dipendente emotivo, basta per restare.

Così come basta la convinzione che il benessere che prova sia un dono dovuto dall’unicità e bontà dell’abusatore, e non dipenda da altri che da lui/lei.

La persona che vive in dipendenza affettiva è convinta di essere la parte passiva e inutile del rapporto, e brama la dose di ossitocina successiva, si sente soffocare, smaniare, sente di non riuscire a guardare altro che il suo oggetto di desiderio, senza il quale è convinta di “morire” come entità, di non esistere più, di non riuscire a sopravvivere, di non sentire più emozioni.

Il trauma bond

La persona nonostante sappia razionalmente di essere in una relazione sbilanciata, tossica, dolorosa, non riesce ad andarsene, al contrario diventa serva del suo padrone emotivo, questo meccanismo, negli studi psicologici, viene definito “trauma bond”. Questo legame comporta che la vittima si senta legata profondamente all’abusatore, al punto da poter giustificare ogni suo comportamento, colpevolizzando sé stessa pur di mantenere il rapporto con la persona che crede di amare.

Nel momento del trauma bond, nessun consiglio esterno è utile, perché seppur dati a fin di bene, da famiglia e amici vengono vissuti come elementi dissuasori, atti a defocalizzare la persona dal suo obiettivo: sentire l’emozione che prova quando si illude di essere amata dal manipolatore perverso che la tiene nella sua rete emotiva.

Le persone vicine al soggetto che vive la relazione tossica, non la riconoscono, lo vedono cambiare, mentre svilisce sé stesso, perde dignità e lucidità, non comprendendo la situazione di dipendenza emotiva all’interno della quale vive la persona; spesso tendono a svilirla ulteriormente per la sua “ossessione”, usando parole anche dure, che la convincono ancor di più di essere “difettosa” e la legano ancor di più al manipolatore: “ Sei impazzito/a”, “ Sei uno sfigato/a se resti con lei/lui”, “ Hai tutto e ti fai rovinare da questa relazione”, “ Trovatene un altro/a”, “ Che ci vorrà mai a lasciarlo/a!”. Queste sono frasi comuni, che fanno sentire la persona giudicata e sola, anche se dette a fin di bene.

Questo la porta ancor di più verso la persona che crede di amare, allontanandola dalla realtà e facendo il gioco dell’abusatore, che conosce questa dinamica, e spinge le persone vicine a prendere questa posizione con i suoi racconti.

Chi ha vissuto il trauma bond, conosce bene la dinamica, la sensazione di astrazione dalla realtà che si vive, la dicotomia di pensiero, così come ha chiaro che in quel momento la parte razionale vive ovattata, mentre la parte irrazionale sovrascrive i momenti bui e cancella il dolore pur di assaggiare nuovamente quel momento in cui tutto è possibile e meraviglioso.

La confusione emotiva si trasforma in un dolore sordo che si insinua nell’anima attraverso un ciclo incessante di microtraumi, un susseguirsi di piccole e grandi ferite emotive, di svalutazioni, di svilimenti, che diventano la triste normalità.

Questi piccoli atti dannosi sono intervallati da sprazzi di un amore che, seppur apparentemente sconfinato, è in realtà contaminato da manipolazione ed egoismo.

Un amore fatto di sole parole, di futuro millantato e mai di atti reali, di concretezza e coerenza, un amore raccontato, che porta via tempo, dignità, vita.

Le vittime, nei momenti in cui razionalizzano, sanno di dover uscire dalla dinamica in cui sono, ma il sistema dicotomicodi pensiero non lo permette. La dicotomia è una modalità di pensiero che divide la realtà in categorie opposte e distinte, le mette in condizione di oscillare tra fuggire per sanificare le proprie emozioni e il bisogno angosciante di rimanere nel rapporto, sperando nell’amore tanto anelato.

Quello che credono di aver provato nel momento iniziale del rapporto in cui si sentivano amate, seducenti, interessanti: il love bombing.

Love bombing e bisogno d’amore

Perché sperano tanto nell’amore del manipolatore? Per sentirsi attraenti e amate come la “prima volta”, cosa che sembra sempre possibile proprio per lo schema che viene perpetuato.È importante ricordare che le persone vittime di abuso narcisistico non sono costantemente esposte a un partner abusante.

Al contrario, questa persona, quando non si trova in una fase in cui abusa sadicamente, ha il potere di far sentire la propria vittima amata in modi e con intensità che nessun altro prima d'ora è stato in grado di fare.

Perché? Per un suo bisogno di auto affermazione, perché vedere gli occhi della persona dipendente emotivamente brillare, ha un grande impatto sull’ego di una persona che anela attenzioni dal mondo esterno. Non solo, per avere certezze sul sentimento dell’altro. Racconta la favola perché il partner ci creda! La persona che manipola, difficilmente investe emotivamente, ma pretende che il partner investa totalmente il tuo tempo, le sue attenzioni, il suo denaro, il suo cuore su di lui. E per questo costruisce il love bombing ad hoc, volta per volta, mischiato sapientemente al future faking.

Il love bombing non richiede investimento emotivo, solo creatività.

Pertanto, non è corretto presumere che le vittime di abuso narcisistico siano ingenuamente attratte da individui che le trattano male in modo costante. Non è così. C’è un’alternanza tra speranza e distruzione!

La ragione per cui la vittima rimane imprigionata nel gioco manipolatorio, incapace di liberarsene, risiede proprio in questo intricato intreccio emotivo.

Ci sarà sempre una fase successiva agli atti di abuso in cui chi manipola tornerà a manifestare il suo fascino iniziale, la sua gentilezza, riproponendosi come la persona che all'inizio ha adescato la sua vittima. Questa visione di uomo o donna perfetta, geniale, entusiasta, sensuale, o gentile, bisognosa, pronta ad amare, viene idealizzata e diventa una sorta di droga emotiva per chi ne è coinvolto.

Gaslighting e i sintomi della relazione tossica

Ma perché la vittima diventa dipendente da questa versione ologrammata del partner? Perché, dopo il momento iniziale, in cui attraverso il mirroring, lo studio della preda, la persona manipolatrice, la porta ad aprirsi e a fidarsi, ad amare e a pensare ad un futuro, scatta la fase successiva all’adescamento: il gaslighting.

In questa fase, il manipolatore, o la manipolatrice, portano il partner a credere che ogni situazione negativa del rapporto sia dovuta da un suo comportamento errato. Il senso di colpa diventa la strategia distruttiva.

Il manipolatore si dichiara vittima dei comportamenti, delle azioni e delle parole del partner, e la porta a convincersi che ogni sua azione, abbandono, tradimento, cattiveria, svilimento, dipendano dai suoi comportamenti, dal fatto di non essere abbastanza, di non essere meritevole.

Il manipolatore ha precedentemente scelto una vittima perfetta, ascoltando il suo passato. Una persona con una bella anima, grazia interiore, empatica, funzionale, ma con bassa autostima o con una famiglia o una relazione disfunzionale alle spalle, che la porta a pensare di non valere abbastanza e soprattutto che lo schema di up and down emotivo sia normalità. Scelgono prevalentemente persone che si aspettano un grande amore, che credono nelle relazioni, che hanno sempre desiderato qualcosa di meraviglioso, e attendono che la vita glielo doni, perché in fondo sanno di meritarlo davvero. La manipolazione parte proprio dal convincere la persona di quanto desiderato, nel confermarle il suo essere “speciale” e “meritevole”, per poi togliere ogni speranza.

Pochi conoscono questa dinamica manipolatoria e sono in grado di riconoscerla prima di soffrire profondamente.

Ci sono individui che, nonostante il passare degli anni, si ritrovano ancora intrappolati in questa rete tossica, incapaci di liberarsene. Persone che, anche dopo tanto tempo, affrontano una depressione così opprimente da rendere ogni giorno una battaglia contro sé stessi. Persone che per stress emotivo, stanchezza, burnout, si trovano ad ammalarsiseriamente, e a non riuscire ad uscire dalla patologia per bassa energia vitale, fino ad avere pensieri suicidi.

La ferita narcisistica è un taglio profondoche non guarisce con facilità. Le migliaia di persone che ho seguito, mi hanno dato modo di ottimizzare un metodo di crescita personale che riesce a riportare nell’immediatezza l’equilibrio emotivo nella persona che vive dolori profondi come l’abuso nascosto e i danni che esso comporta.

Guarire dal rapporto tossico: il Metodo Serena Fumaria

È grazie a loro, alle loro storie, ai miei studi approfonditi, alle supervisioni tecniche, alle testimonianza, alle mie esperienze personali, alle collaborazioni con psicoterapeuti, e grazie ai tanti tentativi e ai tanti successi nel benessere delle persone che ho seguito, che ho ottimizzato questo mio metodo che sostiene centinaia di persone ogni anno nel riconoscere se stesse come grande amore della propria vita e a identificare, debellare e contenere i rapporti manipolatori e non soddisfacenti.

Questo metodo esclusivo unisce il coaching, alla mindfulness, all’informatizzazione, alla gestione del dialogo e della comunicazione interna ed esterna; mette la persona in condizione di vivere un profondo rispetto e affetto per sé stessa, portandola a sedare in maniera autonoma i picchi emozionali attraverso un magnifico lavoro di conoscenza e di amore sano per sé stessi.

La crescita personale con il Metodo Serena Fumaria ha l’obiettivo di mettere la persona al suo centro, rendendola libera dalle dipendenze emotive in quanto portatrice sana di tutto il necessario per poter riconoscere sé stessa, il proprio valore e la propria consapevolezza, indipendentemente dalla visione degli altri con il piacere della condivisione sana del proprio valore e della propria bellezza solo con le persone meritevoli. Il protocollo porta il soggetto, attraverso esercizi specifici di auto analisi a una nuova gestione del dialogo interno e della comunicazione, ad essere un ‘entità completa indipendentemente dal mondo che la circonda, ad essere un individuo ricco di emozioni e di dinamiche che portano autonomamente alla soddisfazione di tutte le emozioni. Questo comporta una profonda conoscenza e accettazione di sé e porta ad una autonomia emotiva e ad una maturità relazionale che guida in breve tempo alla gestione sana di tutte le relazioni, ma soprattutto della propria felicità.

L’obiettivo di questo testo è la divulgazione del tema, in quanto ritengo che la consapevolezza sia la più grande prevenzione.

 

Bibliografia di approfondimento:

  1. Traumatic Bonding and the Development of Pathological Attachments “di Patrick Carnes
  2. Dsm V: i Cluster B
  3. “Donne che amano troppo” di Robin Norwood
  4. “Madri che feriscono” di Anne Laure Buffet
  5. “La manipolazione affettiva nelle relazioni intime” di Robin Kowalski e Sherry L. Hamby
  6. ”Dall’innamoramento alla dipendenza” di Paolo Crepet
  7. “Il condizionamento operante” di Burrhus Skinner
  8. Consapevolezza è Potere “ di Serena Fumaria
  9. “Armonia e rinascita” di Serena Fumaria